Ultimamente si è parlato della possibilità di localizzare
nell'area del comune di Ordona di un termovalorizzatore che sfruttando i
rifiuti urbani, possa creare energia elettrica (per chi?). Ormai c'è la
rincorsa a rendere disponibile da parte di tanti comuni del sud d'Italia
le risorse ambientali ed economiche per queto tipo di soluzione. C'è
l'illusione di creare occupazione nell'ambito dei paesi, senza valutare
l'impatto ambientale e sociale che comporterebbe una soluzione del genere.
Ormai l'aria che si respira in Ordona è già fortemente compromessa
dall'uso abnorme di veleni che se ne fa in agricoltura (anche se non si
vede perchè si è tutti ciechi). Se si dovesse fare una statistica in
merito ai decessi per tumore che si riscontrano nel comune di Ordona, se
ne scoprirebbero delle belle. Se a questo si dovesse aggiungere anche
l'inquinamento causato dal trattamento dei rifiuti (elettromagnetico,
atmosferico, del sottosuolo con inquinamento della falda friatica, ecc.,
ecc.)allora si che Ordona potrebbe competere con le città civili di tutto
il mondo, con annesse problematiche esistenziali che nulla hanno a che
vedere con le condizioni di vita biologicamente sostenibili.I cosiddetti
tecnici ed esperti che assicurano la completa bontà degli impianti e che
garantiscono nullo l'inquinamento dovuto alle tecnologie innovative
utilizzate, prima di tutto non risiedono nelle aree di localizzazione
degli impianti, e successivamente hanno agganci, anche se difficile da
dimostrare, con le società che costruiscono e gestiscono successivamente
l'energia prodotta. Un invito ad approfondire questa tematica e
possibilmente far cadere nel vuoto l'insediamento ventilato. Una domanda:
Perchè non localizzare gli impianti in zone desertiche e prive di
insediamenti urbani? Come per il petrolio, si potrebbero creare delle
linee per trasportare l'energia prodotta.
Grazie per l'attenzione.
Risponde: Pasquale Longo
invitiamo il nostro visitatore a visitare il
link che abbiamo inserito nel sito in
riguardo al termovalorizzatore.
Purtroppo Ordona si trova ad affrontare un grave problema:
l’installazione del termovalorizzatore.
Il problema dei rifiuti interessa l’intera umanità ed
addirittura si è parlato di portare i rifiuti su Marte!!!
Sicuramente ci saranno stati profondi studi su questa
questione senza però tener conto delle conseguenze che, forse, in breve
tempo non saranno riscontrabili, ma che a lungo andare si trasformerebbero
in vere bombe nucleari!
Dicendo questo credo che si debba tener conto non solo dei
vantaggi economici odierni che porterebbe il termovalorizzatore nel nostro
paese, ma di tener conto delle conseguenze ambientali future.
Secondo il mio parere l’intera umanità dovrebbe cominciare
a fare la raccolta differenziata grazie alla quale il riciclaggio dei
rifiuti sarebbe più facile da realizzare, ma l’ignoranza e la pigrizia
spesso giocano brutti scherzi, infatti non tutti accettano l’idea di avere
quattro sacchetti in cucina per dividere la spazzatura!
Così da semplici abitudini quotidiane si può salvaguardare
quel po’ di mondo naturale che ci resta!
Argomento:Eternit... che cosa fare???
Autore: <Anonimo>
Ho sorvolato il vostro paesino ed ho notato moltissime case
con il tetto in eternit, che contengono moltissimo amianto. Si sà è
pericoloso.Fate un sondaggio sulla percentuale di tumori nel vostro paese.
Risponde: Gerardo Gallo
I manufatti in cemento-amianto,
tubazioni o lastre comunemente chiamati con il nome dell’azienda di Casale
Monferrato che li produceva, non solo non si
sono rivelati di vita eterna come il nome indicava ma anche causa di gravi
problemi per la salute dei lavoratori e per l’ambiente. La pericolosità
dei prodotti in cemento-amianto è dovuta alla
possibile liberazione di fibre di amianto che normalmente sono legate alla
malta cementizia. E’ ormai dimostrato che
anche bassissime esposizioni a polveri di
amianto possono indurre un ben preciso tumore polmonare (il
mesotelioma pleurico). Per evitare inutili
allarmismi si precisa che i maggiori pericoli di
esposizione avvengono nella manipolazione dei manufatti dove per
rotture, abrasioni e urti viene meno la funzione del legante.
Per questi motivi le coperture o
altri manufatti in buone condizioni possono rimanere al loro posto e nel
solo caso di manutenzioni o rimozioni necessitano
attenzioni particolari per la tutela dell’ambiente e dei lavoratori.
Nell’ambito dell’attività di
vigilanza le USL hanno riscontrato molta
confusione nelle conoscenze delle problematiche inerenti l’amianto dovute
ad informazioni più legate agli aspetti commerciali che alla sicurezza del
lavoro e alle problematiche ambientali. Qui di seguito
vengono pertanto riportate le
principali indicazioni utili, relativamente ai manufatti o alle
coperture in cemento-amianto:
-
Al
momento non vi è obbligo di rimozione, devono
però essere mantenuti in buono stato di conservazione.
-
Non è consentita il commercio, la vendita e neanche il riutilizzo delle
parti rimosse.
-
I
materiali rimossi sono considerati rifiuto pertanto devono essere
conferiti in discarica autorizzata. (Non sono
lecite altre tecniche di smaltimento quali interramento, rilevati
stradali, incenerimento, etc. )
TECNICHE DI BONIFICA
-
RIMOZIONE - Le operazioni devono essere
condotte salvaguardando l'integrità del materiale. Comporta la necessità
di installare una nuova copertura in sostituzione del materiale rimosso;
(rif. leg. D.M. 06.09.1994)
-
SOVRACOPERTURA - Il sistema della
sovracopertura consiste in un intervento di
confinamento realizzato installando una
nuova copertura al di sopra di quella in
amianto-cemento, che viene lasciata in sede quando la struttura portante
sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo. Per tale scelta
il costruttore od il committente devono
fornire il calcolo delle portate dei sovraccarichi accidentali previsti
per la relativa struttura. (rif.
leg. D.M. 06.09.1994)
-
INCAPSULAMENTO - Possono essere
impiegati prodotti impregnanti, che penetrano nel materiale legando le
fibre di amianto tra loro e con la matrice
cementizia, e prodotti ricoprenti, che
formano una spessa membrana sulla superficie del manufatto. I ricoprenti
possono essere convenientemente additivati
con sostanze che ne accrescono la resistenza
agli agenti atmosferici e ai raggi U.V. e con pigmenti. Generalmente, i
risultati più efficaci e duraturi si ottengono con l'impiego
di entrambi i prodotti.
(rif. leg. D.M. 06.09.1994 e D.M.
20.08.1999).
Nel caso dell'incapsulamento e della
sovracopertura si rendono necessari controlli
ambientali periodici ed interventi di normale manutenzione per conservare
l'efficacia e l'integrità dei trattamenti stessi.
CHI
PUÒ EFFETTUARE LE ANZIDETTE OPERAZIONI E QUALI
SONO LE FORMALITÀ DA ESPLETARE?
Le
sovracoperture, incapsulamenti e le rimozioni, sono generalmente
effettuati da ditte specializzate. Tutte le
tecniche risultano complesse sia dal punto di
vista operativo che di certificazione. Per quanto concerne la rimozione vi
sono ulteriori obblighi a carico dei datori di
lavoro che intendono far eseguire i lavori ai dipendenti (redazione di un
piano di lavoro ai sensi dell’art.34 del
D.Lvo 277/91 soggetto a parere
autorizzativo dello
S.Pre.S.A.L.).
Tale dicitura può far intendere che
se non vi sono dipendenti non si ricada negli
obblighi di cui sopra. In effetti vi sono casi
che non vi rientrano (rimozione effettuata da parte del solo proprietario
dell’immobile o impresa individuale) ma è fondamentale, onde evitare
spiacevoli risvolti (sanzioni amministrative e penali), valutare ogni
singolo caso direttamente con gli operatori del Servizio che, previo
contatto telefonico, sono a disposizione nelle diverse sedi. In ogni caso
si rammenta che per quasi tutti i lavori edili è
necessario valutare
l’applicazione del D.Lvo 494/96
(Direttiva cantieri) per l'eventuale redazione del piano di sicurezza e
coordinamento o per la redazione della notifica preliminare ai sensi
dell’art. 11 del medesimo decreto.
PROCEDURE OPERATIVE PER LA RIMOZIONE DELLE COPERTURE IN CEMENTO AMIANTO.
Considerato che la pericolosità
dell’amianto risiede nella liberazione di fibre cancerogene per inalazione
le precauzioni richieste sono mirate alla
limitazione della loro produzione mentre le protezioni sono tese a
salvaguardare l’apparato respiratorio delle persone che lavorano in aree
potenzialmente inquinate.
Lastre ed altri manufatti di
copertura in cemento-amianto devono essere adeguatamente bagnati prima di
qualsiasi manipolazione o movimentazione con prodotti collanti,
vernicianti o incapsulanti specifici. La bagnatura dovrà essere
effettuata mediante nebulizzazione o a pioggia,
con pompe a bassa pressione. In nessun caso si dovrà fare uso di getti
d'acqua ad alta pressione.
I faldali
e le gronde dovranno sempre essere bonificati inumidendo con acqua la
crosta presente sino ad ottenere una fanghiglia densa che, mediante
palette e contenitori a perdere, viene posta
all'interno di sacchi di plastica. Questi sacchi, sigillati con nastro
adesivo, vanno smaltiti come rifiuti di
amianto.
Le lastre devono essere rimosse
senza romperle evitando l'uso di strumenti demolitori. Devono essere
smontate rimuovendo ganci, viti o chiodi di fissaggio, avendo cura di non
danneggiare le lastre stesse. Non devono essere utilizzati trapani,
seghetti, flessibili o mole abrasive ad alta velocità. In caso di
necessità, si dovrà far ricorso esclusivamente ad utensili manuali o ad
attrezzi meccanici provvisti di sistemi di
aspirazione idonei per la lavorazione del cemento-amianto, dotati di
filtrazione assoluta in uscita.
I materiali asportati non devono in
nessun caso essere frantumati dopo la rimozione. Non devono assolutamente
essere lasciate cadere a terra. Un idoneo mezzo di sollevamento deve
essere previsto per il calo a terra delle lastre.
Le lastre smontate, bagnate su
entrambe le superfici, devono essere accatastate e
pallettizzate in modo da consentire un'agevole movimentazione con i
mezzi di sollevamento disponibili in cantiere.
I materiali in cemento-amianto
rimossi devono essere chiusi in imballaggi non deteriorabili o rivestiti
con teli di plastica sigillati. Eventuali pezzi acuminati o taglienti
devono essere sistemati in modo da evitare lo sfondamento degli
imballaggi. I rifiuti in frammenti minuti devono essere raccolti al
momento della loro formazione e racchiusi in sacchi di materiale
impermeabile non deteriorabile immediatamente sigillati. Tutti i materiali
di risulta devono essere etichettati a norma di
legge.
I materiali rimossi devono essere
allontanati dal cantiere il prima possibile. L'accatastamento temporaneo
deve avvenire separatamente dagli altri detriti, preferibilmente nel
container destinato al trasporto, oppure in una zona
appositamente destinata, in luogo non interessato dal traffico di
mezzi che possano provocarne la frantumazione.
Giornalmente deve essere
effettuata una pulizia ad umido e/o con
aspiratori a filtri assoluti della zona di lavoro e delle aree del
cantiere che possano essere state contaminate da fibre di amianto.
PROTEZIONE DEI LAVORATORI.
Nelle operazioni che possono dar
luogo a dispersione di fibre di amianto, i
lavoratori devono essere muniti di idonei mezzi di protezione individuali
delle vie respiratorie (maschere con filtri tipo P3) e di indumenti
protettivi. Le calzature devono essere di tipo antinfortunistico con suola
antiperforazione e puntale in acciaio.
MISURE DI SICUREZZA ANTINFORTUNISTICHE.
La rimozione delle coperture in
cemento-amianto come la sovracopertura e
l'incapsulamento comporta rischi specifici di caduta dall'alto e per
sfondamento delle lastre. A tal fine, fermo restando quanto previsto dalle
norme antinfortunistiche per i cantieri edili, dovranno in particolare
essere realizzati ponteggi o robusti parapetti contro il rischio di caduta
e sottoimpalcati, reti di sicurezza, camminamenti in tavole da ponte e
imbragature di sicurezza per il pericolo di
sfondamento. Le aree in cui avvengono operazioni di rimozione di prodotti
in cemento-amianto che possono dar luogo a dispersione di fibre devono
essere temporaneamente interdette a persone esterne ai lavori
nonché delimitate e segnalate.